In questo momento l’emergenza sanitaria dovuta al #COVID19 sta mettendo in ginocchio l’Italia. Molti sono gli eroi che si stanno impegnando e sacrificando in questo frangente. Penso ai medici che combattono in prima linea, ai trasportatori, al personale dei supermercati, alle forze dell’ordine.
In questa folle situazione che ci ha sottratti alla nostra confort zone, che ci ha costretti in casa e che ci ha allontanato gli uni dagli altri, noi “umili mortali”, che contributo possiamo dare? Come possiamo renderci utili alla società civile, al nostro prossimo e, soprattutto, utili agli “eroi” di cui sopra?
…e noi, cosa possiamo fare?
Con quel “noi” intendiamo le università, i centri di ricerca, gli spinoff, le startup, le reti di industrie, le aziende lontane o non convertite al biomedicale, il singolo cittadino di buona volontà.
Sono sempre stato convinto che ognuno può fare la sua parte sfruttando appieno le proprie competenze. Qualcuno diceva “da grandi poteri, derivano grandi responsabilità”. Personalmente, è stata sempre un mantra, una frase da ripetersi la mattina come una preghiera.
Sabato 21 marzo, alle ore 23:30 circa, l’opportunità di “fare qualcosa” si è presentata! È nota la storia dei medici bresciani, di Isinnova e della Valvola Charlotte: maschere da snorkeling trasformate in maschere di emergenza per respiratori. Sabato notte il Magnifico Rettore prof. Salvatore Cuzzocrea, venuto a conoscenza della notizia, organizza un team di esperti guidati dal Direttore di Dipartimento di Ingegneria prof.ssa Candida Milone. Il team è formato dal sottoscritto, dall’Ing. Filippo Cucinotta, docente a contratto di Disegno Tecnico Industriale e dall’ing. Fabio Salmeri, Studente di Dottorato presso il Dipartimento.

In 24 ore, il team rivede il progetto originale della Valvola Charlotte ai fini della resistenza meccanica e dei tempi di produzione ed in 48 ore viene testato positivamente il nuovo prototipo al Policlinico di Messina. Attualmente, il team è alla settima versione della valvola ed è pronto a fornire il policlinico di altre 40 pezzi.
Con la consapevolezza di poter usare la tecnologia della stampa 3D al fine di creare componenti per alcuni dispositivi d’emergenza, dalla volontà di Filippo (Cucinotta) e la mia, coinvolti cinque dottorandi gli ingg. Dario Santonocito, Dario Milone, Umberto Previti, Marcello Raffaele e Danilo D’Andrea, oltre il su citato Fabio Salmeri, lunedì 23 marzo, nasce il gruppo Telegram “3D Printing — Emergency Devices” (https://t.me/joinchat/F7nncFJ73MpP1zv-8vRSIg). Attualmente, il gruppo vede già più di 400 persone provenienti da tutta l’Italia ed alcune da paesi europei.
Lo scopo del gruppo è quello di scambiare rapidamente idee e informazioni, tra cittadini, ricercatori, startup e aziende che lavorano nel campo della stampa 3D, al fine di fare rete per la prototipazione di componenti utili a questa emergenza. Le informazioni presenti nel gruppo servono da guida per evitare di perdere materiale e tempo prezioso e per essere più operativi possibili sul territorio nazionale.
Con l’aiuto dei colleghi del Dipartimento di Ingegneria, Dario Bruneo e Francesco Longo, di Innesta, incubatore di imprese e startup presente in Dipartimento, di SmartME.io, spinoff del Dipartimento, e dello startup innovativa Neural è nata Air Factories (www.airfactories.org).
La piattaforma è anche centro di controllo e coordinamento per la realizzazione di componenti e prototipi. Le informazioni presenti nella piattaforma fungono da guida per gli utenti, al fine di rendere questo rapporto sinergico ed efficace, sul territorio nazionale e oltre. Inoltre, la piattaforma è anche luogo in cui innovare e proporre soluzioni alternative.
La piattaforma prevede la geo-localizzazione di tutte le macchine che danno disponibilità volontaria. L’azienda ospedaliera in emergenza potrà effettuare una call richiedendo uno specifico componente o sistema di emergenza.
AirFactories.org è anche una libreria da cui scaricare i file dei modelli già testati positivamente e utilizzati al fine di garantire il miglior prodotto possibile. Inoltre, il supporto dei membri non è solo materiale (es. realizzazione componente), ma anche immateriale come la progettazione o il miglioramento del sistema proposto dal richiedente.

Finalmente, alla domanda che mi ronzava sin dall’inizio di questa pandemia “…e noi cosa possiamo fare?”, in una settimana grazie ad amici e colleghi ha una risposta: Air Factories!
Articolo presente anche su Medium all’indirizzo: https://medium.com/@giacomorisitano/e-noi-cosa-possiamo-fare-696a80acf83c